Arrivano dall’Australia – a fabbricarli è la Seabin Project Ltd guidata da Pete Ceglinski – sono attivi 24 ore su 24 e promettono di ripulire lo specchio d’acqua dai rifiuti galleggianti. Sono i robot-spazzini del mare installati nel porto di Trani su iniziativa del Comune e di Amiu spa, la municipalizzata che si occupa dell’igiene urbana nel capoluogo della Bat.
L’amministrazione comunale guidata dal sindaco pd Amedeo Bottaro ne ha piazzati tre fra la darsena comunale e i pontili della Lega navale. Funzionano così: “Il contenitore è collegato a una pompa che crea un flusso d’acqua con il quale porta con sé rifiuti e detriti, che poi vengono aspirati in un retino. Un operatore provvede a svuotarlo periodicamente”, spiega l’amministratore unico di Amiu, Gaetano Nacci.
“Puntiamo a migliorare sempre di più l’aspetto di uno dei uno dei luoghi simbolo della nostra città e della regione”, commenta il primo cittadino. Nel mondo, secondo il sito Internet della società australiana, sono stati installati 860 cestini per oltre tre tonnellate di rifiuti raccolti in un giorno.
I Seabin sono un’invenzione australiana: una volta immersi sono in grado di catturare 500 chilogrammi, circa 1,5 chili al giorno, di microplastiche, microfibre e altri rifiuti comuni come, per esempio, mozziconi e cotton fioc, sospesi nell’acqua. Il dispositivo è stato ideato dai surfisti australiani Pete Ceglinski e Andrew Turton e lanciato sul mercato a fine 2017. Vento e correnti convogliano lo sporco all’interno del raccoglitore che è in grado di trattare 25mila litri d’acqua marina al giorno.
Con la plastica raccolta si potrà produrre oggetti di uso comune come felpe o teli da mare. Inoltre i dati raccolti forniranno informazioni utili per la ricerca e per meglio capire gli effetti dell’inquinamento sulle persone e gli ecosistemi.
In Puglia sono già in funzione a Gallipoli, Polignano a Mare e Monopoli.