Galatina è chiamata l’ombelico del Salento, in quanto si trova al centro della penisola salentina, a poca distanza dai due mari e dalla città di Lecce in Puglia. Il suo centro storico, dove trionfa il barocco – e non solo – è ricco di chiese e palazzi nobiliari è infatti diventato il buen retiro di artisti, designers, galleristi, che si danno appuntamento anno dopo anno proprio qui.
Galatina è una cittadina nascosta ai grandi flussi turistici, molto apprezzata dai trendsetters, che arrivano da tutto il mondo e che apprezzano la sua anima autentica e la sua grande bellezza poco patinata. Ecco alcuni luoghi da visitare assolutamente.
Basilica di Santa Caterina d’Alessandria – E’ uno dei più insigni monumenti dell’arte romanica pugliese e gotica in Puglia, è un edificio del centro storico di Galatina. La basilica fu realizzata tra il 1369 e il 1391, per volontà di Raimondello Orsini del Balzo. Questi, in uno dei suoi numerosi viaggi, di ritorno dalle crociate, si spinse sino alla sommità del Monte Sinai per rendere omaggio al corpo di santa Caterina; secondo la leggenda, nel ripartire, baciò la mano della santa, strappandole il dito con i denti. Tornato in Italia portò con sé la reliquia che, incastonata in un reliquiario d’argento, tuttora si conserva nel tesoro della chiesa. L’edificio, alla morte di Raimondello avvenuta nel 1405, sarà completato dalla moglie, la principessa Maria d’Enghien.
Chiesa di San Paolo e i tarantolati – La chiesa di San Paolo risale al XVIII secolo ed è incorporata al Palazzo Tondi. Nota anche come cappella delle Tarantate, è stata dal medioevo e sino alla fine degli anni cinquanta del XX secolo, teatro di fenomeni misteriosi legati al “tarantismo”. In questa chiesetta, infatti, durante i festeggiamenti del 29 giugno, si recavano le donne, definite tarantate, che erano state vittime del morso della tarantola. Esse chiedevano la grazia al santo, pregando e bevendo l’acqua del pozzo attiguo alla chiesetta. Inoltre effettuavano un esorcismo musicale esibendosi in balli frenetici al suono dei tamburelli. Ogni anno, a fine giugno c’è la rievocazione di tale rito.
Il magnifico barocco – Galatina ed altri centri salentini tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Settecento sono stati investiti da una corrente architettonica che prevedeva fasti e fronzoli sulle costruzioni più importanti: chiese in primis, ma anche altri monumenti, porte cittadine, palazzi nobiliari. La moda del tempo voleva che ci fosse un’esplosione di fantasia, favorita anche dalla particolare malleabilità della pietra leccese, il materiale con cui venivano realizzate queste opere d’arte da qui quel barocco particolare che è definito “Leccese”. Galatina è una sorta di museo a cielo aperto di questo stile, da Porta Nuova in Via Siciliani dove si trova il palazzo più barocco della città, Palazzo Bardoscia Lubelli del 1772 fino a via Scalfo strada gioiello con i suoi magnifici palazzi Pindaro, Palazzo del Concerto, Palazzo dell’Elefante, Vernaleone, Berardelli. Sparsi in giro per la città Palazzo Mezio, Palazzo Congedo, Casa Vinella.
Eccellenze gastronomiche – Il Pasticciotto è un dolce tipico della zona del Salento in Puglia, composto da pasta frolla farcita di crema pasticcera e cotto in forno.La nascita del pasticciotto risale almeno all’inizio del Settecento, nella città salentina di Galatina, e da allora ad oggi sono state proposte tante varianti a questo dolce che ha contribuito a rendere famosa la tipica cucina salentina. Spennellato di albume d’uovo prima della cottura in forno, il pasticciotto raggiunge la sua tipica doratura ambrata e lucida.
Turismo diverso: una mostra – Il viaggio, il nomadismo e la ricerca continua sono i temi al centro della mostra “Hotel Nomade” che apre lunedì 13 agosto a Palazzo dell’Elefante della Torre, in cui saranno esposti 12 tra oggetti e installazioni, realizzati da architetti, designer, creativi della moda e artisti. Tra questi Hannes Peer, Giuliano Andrea Dell’Uva, Erika Cavallini, Christian Pellizzari, Cosimo Venti, Storage Milano, Giovanni Lamorgese, David Cesaria, Samer Alameen, Enrico Benetta, Studio Lunoma e Michela Cattai Studio. La mostra è allestita da Antonio Lodovico Scolari e Christian Pizzinini, su un’idea di Ilaria Bona.
Un concept che, come indica il titolo, trae spunto dal libro Hotel Nomad di Cees Nooteboom, raccolta di testi incentrati intorno alla figura del viaggiatore. “Il vero viaggiatore – ci ricorda lo scrittore olandese- vive della tensione tra il ritrovare e l’abbandonare, e al contempo quella tensione è l’essenza della sua vita. Non è di casa in nessun luogo e nell’universo intero, in cui si muove continuamente, mancherà sempre qualcosa. E’ l’eterno pellegrino di quello che non c’è.” Ed è appunto la dimensione dell’essere sempre in movimento e la nostalgia per l’altrove, il filo conduttore che unisce le opere di design e arte selezionate per questa mostra, che andranno a convivere con i pezzi già presenti nel palazzo e realizzate con i materiali più diversi, dalla ceramica al vetro e al marmo. Residenza nobiliare del XVIII secolo, il palazzo è arredato con opere d’arte contemporanea e di design d’autore, collezionate dai proprietari.